SST Records

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Ricordo ancora in maniera lucida il giorno in cui comprai il mio primo disco targato SST. Forse perché si tratta di uno dei miei gruppi preferiti, di un disco che, ancora oggi, mi rimane nel cuore. Ero in primo liceo classico ed era un pomeriggio di pioggia. Accantonati gli esercizi di fisica e le nozioni di filosofia bighellonavo con un amico per le strade della mia città, Ventimiglia. Come un miraggio, da poche settimane, aveva aperto in centro un piccolo negozio, West Coast Records, che smazzava alla grande roba indipendente. Fu amore a prima vista con quel marroncino merda sciolta della copertina. “New Day Rising”,  Hüsker Dü. Una band che avevo solo annusato sulla carta al piombo di qualche rivista lercia, o di qualche compendio sul punk comprato nelle librerie economiche di San Remo. Ora ce l’avevo in mano e anche se costava 30 carte e passa doveva essere mio, a costo di tirare la cinghia e fare qualche cresta in più sulle pizze. Da questo ricordo abbozzato nascono queste righe: mettere in fila alcune canzoni, rigorosamente targata SST, che mi sono rimaste impresse, mi hanno segnato, che magari ascolto ora e prima non ascoltavo. Che amavo e poi ho dimenticato. Le prime che mi sovvengono.

Corporate rock still sucks.

Hüsker Dü –  I Apologize

Furore, rabbia, poesia, melodia. Da lacrime, oggi come ieri.

Black Flag – Annihilate this Week

Scelta impopolare, ma rimane un pezzone. Storti, pesanti Flag secondo periodo.

Descendents – Clean Sheets

Bombissima per un gruppo obbligatorio per tutti. Melodie strappaorecchi.

Minutemen -History Lesson Part II

Non è solo musica. Pugnalata al cuore.

Dinosaur Jr – Freak Scene

L’ultima di Barlow al basso. Period.

Bad Brains – I Against I

Non i Brains del periodo furia. Ma ignorarli sarebbe un delitto.

St Vitus – Born too late

Copertina quantomeno esteticamente coraggiosa. Pezzo stupendo.

Screaming Trees – Flower Web

Disco del cuore dei Trees. Pezzo enorme.

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